BRANCHI PUBBLICITA' INSEGNE di Branchi Maurizio

Cenni Storici

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Cenni StoriciLa storia di questa  ditta di “Pittori” (denominazione usata da chi decorava automezzi e dipingeva le insegne) inizia nel dopoguerra con il fondatore Giuseppe Branchi il quale oltre che essere un capace decoratore, era un pittore nel vero senso della parola, nel senso che alternava la sua attività di bottega di targhe – insegne e decorazioni in lamina d'oro con la passione  dell'arte di dipingere quadri ed esporre in varie gallerie.

E si, perché una volta per considerarsi un decoratore di automezzi bisognava avere l'estro del saper dipingere, e la capacità poi si dimostrava quando si vedevano circolare dei veri quadri viaggianti, opere uniche realizzate con pennelli  a colori a smalto e giorni di lavoro a volte in laboratorio, a volte in qualche carrozzeria poco riscaldata con le mani che gelavano. Normalmente le lettere da dipingere si realizzavano  a mano su carta spolvero che poi veniva traforata con una rotella ad aghi.
Questo spolvero si posava sul supporto che poteva essere la fiancata di un camion o il vetro di un insegna di negozio e per mezzo di talco o nerofumo si “trasportava” il disegno per la ripetizione, molte volte il cliente ordinava in accoppiamento dicitura disegno e qui veniva il bello, perché (alla faccia della stampa digitale) magari poteva essere il nome di un salumificio o fruttivendolo e allora qui si poteva dar estro alle proprie capacità e giù allora panini di burro ingranditi 10 volte, salami enormi ecc

Tutti sicuramente somiglianti tra le due fiancate, ma mai esattamente uguali perché ripeto, erano dei veri quadri unici.
Un altro lavoro che un tempo si usava spesso era la scritta in lamina d'oro zecchino che veniva spesso usata per diciture negli istituti bancari, farmacie  e negozi di prestigio che consisteva nel realizzare una scritta fregio utilizzando un foglio di vero oro che veniva impresso con dei procedimenti molto complicati  e lunghi.
Il risultato finale era una scritta di oro brillante vero inalterabile per molti anni, oggi quasi estinto.
Nel 1978 il titolare decide di andare in pensione per dedicarsi solo alla sia seconda passione, i quadri; la ditta sarebbe stata chiusa se non che il secondogenito e attuale titolare Maurizio Branchi, dopo alcuni anni passati in un'industria grafica del luogo, decide di punto a bianco di rilevare lui la ditta.

Si licenzia da un posto fisso sicuro per entrare in un mondo, conosciuto per vie di esperienze vissute con il genitore, ma sconosciuto per un futuro che all'epoca era ancora quello che si pensava fosse un lavoro molto faticoso mentalmente, di pazienza e precisione che poteva dare anche qualche soddisfazione ma non guadagni considerevoli.
All' inizio si lavorava in due con il padre che insegnava al figlio le tecniche migliori.
All'epoca bastava un pennello gli smalti, una riga e compasso e pochi accorgimenti che si poteva realizzare “Qualunque cosa”.
Col tempo però anche vedendo automezzi provenienti dalla Lombardia che venivano realizzati diversamente, ci rese conto che cambiavano le tecniche.

Il pennello che per le lettere e i loghi non sfumati, veniva sostituito dal “Bisturi” che intagliava una mascheratura di stagnola a carta adesiva, il compressore con l'aerografo dipingeva la mascheratura.
Iniziava l'epoca dell'intaglio diretto con risultati buoni ma volte rischiosi (vernici troppo rapide o al contrarie lente che strappavano); le scritte venivano ancora analizzate sullo spolvero.
Nel 1981 purtroppo il vecchio titolare venne a mancare e il figlio si trova a d affrontare per così dire una situazione critica, un buon portafoglio clienti (ereditati dal padre) e un lavoro da fare e decidere da solo.

Dopo un periodo di giustificabile crisi di gestione del lavoro, si riaccendono gli entusiasmi e si scopre un macchinario che inizia veramente ad “aiutare” il decoratore ed è l' Episcopio (o Lavagna Luminosa) che permette di prepararsi il blocchetto di dicitura in scala con le lettere trasferibili e quindi con più possibilità di usare caratteri difficili e poco lineari proiettando il tutto ricalcando sullo spolvero o a volte addirittura sull'automezzo o sull'insegna.

È il 1984 e dagli Stati Uniti arriva attraverso la commercializzazione  dell'allora Fasson, il Gerber un macchinario elettronico capace di progettare e realizzare scritte e loghi con il sistema dell'intaglio elettronico per mezzo del plotter da taglio.
Inizia l'epoca della pellicola adesiva che sostituisce in maniera drastica la pittura, ma il sistema era molto costoso per ditte individuali, 40.000.000 delle vecchie lire, sono troppi  e si può solo sognare.
Si iniziano a vedere i primi automezzi provenienti dalla Lombardia e del Piemonte decorati con questo sistema; il risultato è magnifico.
Certamente con il vecchio sistema il lavoro è più artistico, ma i tempi cambiano e tante volte il cliente si lamentava che quando il mezzo veniva venduto si deprezzava per via della pittura che si fondeva sulla carrozzeria.

Nel 1987 si riesce finalmente con sacrifici a comprare il primo sistema di taglio che all'epoca è il più economico, ma anche affidabile, “L'Apagraph”, 22.000.000 delle vecchie lire; 12 alfabeti computer a cristalli verdi con domanda e risposta, tavoletta grafica (Windows non c'era ancora) con Plotter Houston DP 40 taglio utile 33 cm a trascinamento.

Però da quel momento cambia qualcosa perché anche il tipo di lavoro che si può fare oltre alle decorazioni classiche, si possono fornire al cliente direttamente scritte e loghi a uno o più colori che per mezzo dell'application tape può essere trasferito direttamente, si riescono a realizzare diciture molto più piccole e quindi si ampliano le possibilità di lavoro nuovo e diverso. Passano gli anni e ci si evolve.